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Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello stretto di Messina

L’area del sito è di notevole importanza per l’economia dei flussi migratori dell’avifauna nel bacino del Mediterraneo. Lo stretto di Messina è una delle tre aree principali, insieme allo Stretto di Gibilterra e al Bosforo, dove si concentrano i flussi migratori, soprattutto in primavera, con 20.000-35.000 uccelli rapaci transitanti. I Monti Peloritani offrono possibilità di nidificazione a specie significative come l’Aquila reale, il Lanario e la Coturnice. Anche i laghi di Faro e Ganzirri offrono rifugio e opportunità trofiche agli uccelli acquatici in migrazione e per alcune specie sono siti di nidificazione. Quest’area ospita inoltre una particolare malacofauna in ambienti lacustri. Fitogeograficamente, l’area è importante per la presenza di specie rare o endemiche e alcune associazioni vegetali peculiari. I fondali presentano una varietà di ecosistemi, dalle praterie di posidonia oceanica alle foreste di gorgonie e aggregazioni di corallo nero a profondità intermedie e formazioni coralligene nei fondali rocciosi profondi. Nonostante il disturbo antropico, l’area conserva aspetti floristico-vegetazionali di notevole interesse. Lo stretto di Messina è un ambiente unico nel Mediterraneo, con forti correnti e turbolenze dovute all’incontro di due bacini, Tirreno e Ionio, che creano biocenosi particolari e uniche, come praterie a posidonia oceanica e diverse associazioni di alghe fotofile e coralligene.