Ambiente marino costituito da affioramenti carbonatico-organogeni di estensione variabile (dai pochi metri quadri degli affioramenti più piccoli sino ad arrivare a superare il migliaio di metri quadri) chiamati localmente “tegnùe” o “tresse”. Si possono individuare affioramenti di grande estensione e di discreta elevazione che costituiscono gli unici substrati duri di origine naturale in un fondale prevalentemente sabbioso-limoso. La presenza di tali strutture fornisce un supporto sul quale si possono insediare organismi sessili. E’ stata riscontrata la presenza occasionale della tartaruga verde, anche se con popolazioni non significative. In base alle teorie più recenti e accreditate sulla genesi delle formazioni coralligene delle tegnùe, l’infiltrazione di fluidi ricchi di metano nel sedimento poroso, attivando la precipitazione del carbonato di calcio attraverso un processo di ossidazione anaerobica, ha condotto alla formazione delle prime strutture carbonatiche, sulle quali successivamente si sono sviluppate le biocostruzioni coralligene. Tali conclusioni sono supportate sia dalla particolare morfologia delle formazioni sottostanti le biocostruzioni coralligene, sia dall’individuazione di siti caratterizzati dall’emissione di gas metano e di una fauna (ad es. batteri tipo Beggiatoa) riconducibile alla presenza di gas metano. Nel 2002, con decreto ministeriale, veniva istituita una zona di tutela biologica delle acque marine situate al largo del porto di Chioggia. Nell’area di tutela sono vietate sia la pesca professionale sia quella sportiva e sono regolamentate le immersioni di tipo ricreativo, consentendo gli ancoraggi esclusivamente ad appositi gavitelli previa comunicazione all’associazione che ha in gestione la ZSC.