La costa prospiciente il comune di Grottammare è costituita da spiagge sabbiose o ghiaiose derivanti dall’apporto sedimentario dei corsi d’acqua dolce; eccezione a tale morfologia è rappresentata dall’area sita a nord dello stesso comune. Qui la falesia morta a diretto contatto col mare, ha determinato la presenza di substrati duri naturali, caratterizzati da scogli di varie dimensioni; questi risultano talvolta affioranti, come appunto gli scogli di San Nicola e rappresentano la testimonianza di frane avvenute in epoche precedenti. Tali movimenti franosi sono da ricondurre all’innalzamento delle porzioni costiere avvenuto nel quaternario, che ha innescato scivolamenti roto-traslativi profondi e fenomeni erosivi alla base delle falesie di neo formazione. I reef biogenici costituiti da mitili e sabellaridi, rappresentano le componenti biocenotiche più rilevanti dell’area. Questi organismi sono definiti ecosystem engineers in quanto aumentano la complessità tridimensionale del substrato, ospitano un gran numero di organismi associati e creano le condizioni ottimali per agevolare il loro stesso insediamento. Essendo animali sospensivori, mitili e sabellaridi svolgono un’importante funzione di biorimediazione delle acque, rimuovendo dall’acqua particelle di materia organica e microrganismi. Inoltre, queste formazioni biogeniche, fondendosi tra loro, originano numerosi anfratti che fungono da rifugio per numerose specie vagili come pesci, crostacei ed echinodermi. Gli scogli affioranti, come quello di S. Nicola, inoltre, presentano lati inclinati e anfratti che permettono lo sviluppo delle comunità sciafile dominate da filtratori quali spugne, idrozoi e ascidie. La costa emersa che caratterizza il sito è di tipo sabbioso per le porzioni nord e sud; nella parte centrale il mare è invece a diretto contatto con una scogliera artificiale che funge da protezione e sostegno alla ferrovia adriatica e alla pista ciclabile che collega Grottammare con Cupra Marittima.